Il rap spiegato ai bianchi
David Foster Wallace è ritenuto la voce più originale e rilevante della letteratura americana degli ultimi vent’anni; è celebre per il suo romanzo-fiume Infinite Jest, i racconti e i reportage narrativi, ma è tutta da riscoprire questa sua opera giovanile, scritta a quattro mani con l’amico Mark Costello. È il 1989 e i due, studenti ad Harvard, bianchi, coltissimi e middle class, condividono una sorprendente quanto irresistibile attrazione per la musica rap, che è ormai uscita dai ghetti neri inaugurando la sua storia di strepitoso successo mainstream. Prendendo come nume tutelare il critico rock più irregolare e geniale di sempre, Lester Bangs, decidono di provare a spiegare il motivo di questa passione: fra ascolti compulsivi e imbarazzate incursioni nelle sale d’incisione e nei locali hip hop, danno vita a un’analisi personalissima, e tuttora convincente, sulla forza e le contraddizioni del rap, il primo genere musicale autenticamente postmoderno.
Extra
Scarica la copertina del libro
Leggi un'anteprima del libro, scarica il PDF
Le recensioni della stampa
Pierluigi Lucadei - Il Mascalzone
Una bizzarra forma di critica musicale, esagerata, divagante e postmoderna.Leggi
Lorenzo Andolfatto - Finzioni
l rap spiegato ai bianchi ci mostra un giovane Wallace farsi le ossa sulla scia di Lester Bangs, nel tentativo dare una cornice critica al successo fuori dal ghetto della musica del ghetto.Leggi
Stefano Pistolini - Il Foglio
Quando Foster Wallace e soci cercavano brividi (e sberle) nella musica rap.Leggi