Malotempo
Paolino Rasura aveva un sogno: lasciare Santafarra per frequentare l’Accademia di Belle Arti. Adesso ha trent’anni, non è più Paolino, si è fatto una famiglia sua e vive a Palermo, fa il pittore di carretti e sente di aver sprecato la sua chance. Nel dicembre del 1967 l’artista mancato fa ritorno al paese natio per le esequie di Filippu, l’eccentrico scultore che aveva trasmesso al piccolo Paolo l’amore per l’arte.
La morte di Filippu è per Paolo l’occasione di raccogliere i pezzi della sua vita passata, trovando però solo cocci: si sente un estraneo perfino tra i suoi fratelli, e le opere di Filippu, che un tempo gli parlavano, aiutandolo ad affrontare il mondo, parlano adesso a una banda di ragazzini capeggiata dalla combattiva Francesca che, con l’aiuto delle teste di Rachel Carson e Federico García Lorca, si adopera per impedire l’esproprio del Giardino e la demolizione delle sculture per costruire la superstrada.
È in atto una trasformazione, e mentre Paolo assiste invidioso alle vite che avrebbe potuto avere e che invece appartengono ad altri, il paese si fa teatro di massicce speculazioni edilizie, traffichini senza scrupoli, antiquari misteriosi e segreti sepolti che potrebbero far crollare tutto.
Dopo Pelleossa, Veronica Galletta torna a Santafarra e, con la maestria che guida la sua penna, dà voce a un luogo martoriato da cui hanno origine tante delle crepe e storture di oggi, restituendoci una parte di Sicilia all’alba del terremoto del 1968.
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Le recensioni della stampa
Marzia Fontana - la Lettura - Corriere della Sera
Una lingua pastosa e poetica che ha il sapore dell'oralità ed è capace di creare mondi in cui il reale si fonde con l'immaginifico restando però perfettamente credibile.Leggi
Lisa Bentini - Il manifesto
Le storie raccontate da Galletta non smettono di stupire per capacità di intrecciare finzione e StoriaLeggi
Giuseppe Nibali - Il Foglio
La scrittura di Galletta cresce insieme al suo protagonista. Al realismo magico di "Pelleossa" fa seguito qui una sorta di naturalismo amaro.Leggi
Gabriella Brugnara - Il T
Con una scrittura che scava e restituisce senso, Galletta dà voce a un luogo martoriato da cui sembrano prendere forma molte delle crepe e storture del presente.Leggi
Alberto Paolo Palumbo - Magma Magazine
Alla fine, alla domanda se fosse o meno necessario un sequel di "Pelleossa", Veronica Galletta ci risponde affermativamente. Con "Malotempo" continua la sua indagine sulla memoria, che qui troviamo mi...Leggi
Marta Cervino - Marie Claire
Una storia di rimpianti, cambiamenti e segreti che non ci lascia andare.Leggi
Luigi Oliveto - Toscana Libri
Un universo fittizio, ma che non si fatica a pensarlo vero, vivido scenario di una antropologia che, nel segno della ‘sicilitudine’, sempre affascina, emoziona, indigna.Leggi
Stefano Solventi - Pensiero Secondario
L'italiano di Galletta è evocativo e musicale, agile eppure accanito sul dettaglio lirico, sul significato che svolazza come relazione tra elementi narrativi (gesti, atti mancati, oggetti, sembianze…)...Leggi
Giochi Linguistici
La sperimentazione linguistica di Veronica Galletta continua in Malotempo. Il dialetto siciliano pur essendo presente, sembra lasciare sempre più il passo ad un italiano riflettuto e introspettivo, so...Leggi
Letteratitudine News
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