Due vivi e un morto
Un ufficio postale viene assaltato da due banditi: nelle fasi concitate della rapina un cassiere viene ucciso, un altro rimane leggermente ferito e il terzo - Berger, protagonista del romanzo - consegna la cassa senza opporre resistenza. Si ritrova per questo ad essere additato come vigliacco, mentre l'altro sopravvissuto passa da eroe. Berger è così costretto a subire non solo il disprezzo sociale ma anche l'incomprensione della moglie, e solo tramite uno stratagemma riesce a dimostrare che anche il dipendente «eroe», se avesse avuto piena coscienza di quanto stava accadendo, avrebbe agito come lui.
Pubblicato nel 1931 e oggetto di diverse trasposizioni cinematografiche, questo romanzo propone una riflessione sull'eroismo, la responsabilità individuale e lo stigma sociale che, nell'era dei social e delle gogne mediatiche, appare di un'attualità a tratti allarmante.
Extra
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Le recensioni della stampa
Bruno Berni - Il manifesto
Sensi di colpa e responsabilità, nei confronti della vita propria e soprattutto altrui, ma anche la sottile differenza che passa tra ciò che è giusto e ciò che si rivela sbagliato.Leggi
Morgana Grancia - Punto Zip
Christiansen scava nell’animo umano, analizzando con attenzione il senso di colpa, il comportamento frizzante e imprevedibile di chi, privato di ambizione e reputazione, non ha più niente da perdere.Leggi
Erika Casciello - CrunchEd
Due vivi e un morto è un romanzo sobrio, lucido e sempre attuale, un bell'esempio di letteratura scandinava novecentesca con tutte le caratteristiche di un vero classico.Leggi