letture

Un'educazione letteraria: i tre libri di Remo Rapino

Inauguriamo con Remo Rapino una nuova rubrica: i nostri autori e le nostre autrici raccontano tre libri che hanno contribuito a formare il loro immaginario.

di Remo Rapino


Non facile individuare libri e/o autori, tra i tanti, che, per caso o per fortuna, sono entrati nella mente e nel cuore in anni in cui si era più ingenui e, quindi, più sinceri e aperti ad accogliere voci e sensazioni sui sentieri che dal “di fuori” portano al “dentro”.

Scavando nella memoria: di certo Albert Camus. La sua opera complessiva sembrava celebrare, in armonia, le nozze tra filosofia e letteratura, da sempre mie suggestive passioni. Mersault e Caligola mi hanno accompagnato, passo passo e per anni, fino ad oggi. Ri-leggere rappresenta il segnale più vero del riscoprire, ogni volta, bellezza, semplice e disperante, delle parole. Leggo, chiudo gli occhi e penso: così la cerimonia delle nozze si snoda. Nella mente e nel cuore, appunto.

A seguire la mia piccola “Bibbia”; l’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, un libro mastro delle fragilità esistenziali, uomini e donne di un luogo-non luogo dove, con passo discreto e silenzioso, entriamo anche noi, senza far rumore, piano, intanto che il tempo passa e noi passiamo nel tempo. Senza dimenticare le corde della chitarra di Fabrizio De André (Non all’amore né al denaro né al cielo) che, con lirica dolcezza, rimandano ai testi di Masters. Un bell’abbraccio anche questo.

A chiudere, con estrema provvisorietà, il romanzo di Fëdor Dostoèvskij, L’idiota. Il principe Myškin, è però un idiota molto particolare, segnato da una forte valenza simbolica: un candido, un buono integrale, un angelo che cerca di farsi uomo e, in quanto tale, considerato dagli altri - di animo meno nobile - come socialmente disadattato, un mentecatto, un malato di idiozia. L'idiota non è solo un libro straordinario, ma una sfida al mondo che conosce soltanto valori materiali.

Forse nei ritratti di Spoon River e nella figura
del principe Myškin si possono individuare le lontane radici di Bonfiglio Liborio, altro idiota esemplare, che, con la sua vita, la sua morte, i suoi miracoli, dopo aver respirato tra ombre e silenzi in un angolo del mondo, entra infine, timidamente ma degnamente nel sempre condivisibile cortile della realtà e dell’immaginario, da dove, di parola in parola, nascono e crescono le infinite forme della scrittura.



(Foto: Jessica Ruscello - Unsplash)

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