L'arte queer del fallimento
Ci avevano promesso che saremmo stati dei vincenti. Ci avevano indicato gli obiettivi- i soldi, la famiglia, il potere, l'eccellenza - e la strada, fatta di determinazione, sudore della fronte e pensiero positivo: se cadi rialzati, prova ancora e ancora; ci siamo rialzati e abbiamo visto che a cadere era il mondo intorno a noi. Mai come in questi anni è diventato chiaro che l'idea di successo che avevamo in mente è una condanna e che tra volere e potere c'è di mezzo il capitalismo, con tutte le disuguaglianze (e le catastrofi) che si porta dietro. Dobbiamo dunque ridisegnare quell'idea? Dare al termine successo significati nuovi?
Jack Halberstam, tra i più noti e originali teorici queer in circolazione, propone una via più radicale e ci guida nell'affollato mondo dei perdenti: lì dove smarrire la strada, non sapere, dimenticare ed essere dimenticati, essere sconvenienti e indecorosi, indisciplinati e improduttivi (tutte cose che le persone queer hanno sempre fatto particolarmente bene) si rivelano strategie possibili per stare al mondo. Correndo il rischio - anzi inseguendolo- di non essere preso sul serio, Halberstam si muove tra teoria alta e bassa, si concede virate controintuitive e disgressioni, si addentra negli «archivi di cose stupide» ricercando forme di conoscenza lontane dal rigore delle discipline. Accade così che in queste pagine vivano insieme Gramsci e SpongeBob, Jamaica Kincaid e il pesciolino Nemo, Saidiya Hartman, Tom of Finland, Valerie Solanas e un'armata di galline in fuga dal pollaio: con loro, Halberstam ci invita a pensare altrimenti, a sperimentare nuove alleanze, a preferire l'ombra alla luce piena, l'illeggibilità al riconoscimento. A desiderare un mondo in cui nessuno ce la fa da solo e nessuno viene lasciato indietro.
Extra

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Le recensioni della stampa
Roberto Festa - il Venerdì - La Repubblica
I germi di un fallimento futuro più umano vanno cercati tra chi ha perso.Leggi
Gabriele Ottaviani - Convenzionali
E se invece ci riprendessimo il diritto all’improduttività, a essere esseri umani prima che consumatori?Leggi
Luca Romano - HuffiPost
Fallimento come strumento per iniziare a sentirsi accettati all’interno del mondo, come funzione di una parte, la parte che ci è più propria»Leggi
Mattia Barro - Esquire Italia
Halberstam ci propone alcune tecniche per smantellare alla base le logiche del successo di cui sono intrise le nostre vite, per interrompere i metodi di pensiero capitalista.Leggi
Lorenzo Mari - Fata Morgana web
Qui c’è materiale per una rivoluzione copernicana della teoria e con essa, in funzione di un breve appiglio etimologico, della visione.Leggi
Maria Anna Patti - Casa Lettori
Da leggere per ricordare che bisogna riscrivere il futuro con spirito libero provando a costruire alleanze dissimili.Leggi
Simone Regazzoni - TuttoLibri - La Stampa
Jack Halberstam individua vie "strane" per non lasciare indietro nessunoLeggi
Gaspare Baglio, Sandra Gesualdi - La Freccia
Invita il lettore a pensare altrimenti, sperimentare nuove alleanze, preferire l'ombra alla luce piena e l'illeggibilità al riconoscimento.Leggi