Giusi Palomba a Pordenone
Venerdì 29 settembre alle ore 18 Giusi Palomba presenta La trama alternativa al Circolo Libertario Emiliano Zapata a Pordenone.
Evento in collaborazione con mismash, EcoTransFemm Baba Jaga, Biblioteca Mauro Cancian.
Cosa succede quando a essere accusato di stupro è un attivista, agitatore culturale, alleato femminista, ed è il tuo migliore amico? E cosa succede se la sua comunità decide di rifiutare l’intervento della polizia e del sistema di giustizia dello stato, e inizia invece un percorso di riparazione del danno e di trasformazione?
Giusi è appena arrivata a Barcellona quando incontra Bernat: è lui che la accompagna a conoscere l’anima più profonda della città, che la aiuta a decifrarne il fermento culturale e politico, incoraggiandola a farne parte. In poco tempo diventa per lei un confidente, un mediatore prezioso, un amico. Fino al giorno in cui viene accusato di violenza sessuale, e tutte le certezze vacillano. In uno scenario più probabile, l’uomo verrebbe denunciato alle autorità, ci sarebbero delle indagini, un processo, forse una pena da scontare. In questa storia, invece, la donna che ha subito la violenza sceglie una via alternativa, in linea con la convinzione che ognuno possegga la capacità di riparare i danni inferti, di trasformarsi: è l’inizio di un percorso collettivo, che coinvolgerà non solo lei e Bernat ma l’intera comunità di cui fanno parte, proiettandoli in uno spazio privo di certezze, dal quale contemplare possibilità impreviste. Da quello stesso spazio – più familiare dopo anni di studio e di attivismo – Giusi Palomba ci offre un’analisi partecipata e rigorosa della nostra cultura e delle sue narrazioni, e ci dimostra che la violenza non è mai solo una questione privata tra chi la compie e chi la subisce. La trama alternativa è un punto di vista inedito sulla violenza di genere, e un invito a guardare oltre i nostri orizzonti, verso un’idea di giustizia che somiglia a un processo di guarigione collettiva.
La trama alternativa
Un punto di vista inedito sulla violenza di genere, e un invito a guardare oltre i nostri orizzonti, verso un’idea di giustizia che somiglia a un processo di guarigione collettiva