Raymond Carver

Si potrebbe dire che i personaggi e le storie migliori di Raymond Carver se li è presi tutti Robert Altman quando decise (quel giorno che su un aereo qualcuno gli prestò una copia di What We Talk About When We Talk About Love che lo fulminò, letteralmente) di voler mettere insieme una decina di luoghi voci vicende persone prese dai suoi libri e farne quello che sarebbe diventato un puzzle magico e inquietante, Short Cuts (America Oggi).

Certo, si potrebbe dire così, perché no. Ma in fondo come si fa a dire quali sono i personaggi migliori, o le storie migliori di Carver? Come si fa a preferire l’uno o l’altro dei suoi libri, questo o quello scambio dei dialoghi possenti che hanno sin dall’inizio caratterizzato le sue storie in versi o in prosa? E addirittura, come si fa a scegliere fra la narrativa e la poesia di Carver?
“Non mi riconoscono certo al supermercato”, diceva lui al primo giornalista che lo intervistò per un giornaletto locale quando nel 1976 fu pubblicata la sua prima raccolta di racconti, Vuoi star zitta, per favore? Eppure, con i suoi pochi libri, una dozzina in tutto, Carver è diventato, e ormai possiamo dirlo con certezza, un punto di riferimento indiscutibile della letteratura americana del Novecento.
Sicuramente un destino imprevedibile per il figlio di un falegname dell’Oregon, non è vero? Carver era nato, e ha sempre vissuto, in un ambiente lontano dall’America dei grattacieli, in quello che dopo di lui è stato definito il “Carver Country”, un paese dove le bollette non vengono mai pagate, dove le coppie litigano, cercando di tirare a campare, i mariti bevono e le donne si disperano, ma popolato in fondo di “brava gente, gente che ce la mette tutta”.
Carver ha avuto successo perché è stato il primo a raccontare quest’America qui, e la disperazione della gente che la abita. Ma lui stesso, prima del successo, è stato membro onorario di questa società: un matrimonio fallito, due figli sfortunati arrivati troppo presto, una lunga battaglia con l’alcol, un’infinità di bancarotte, traslochi, lavori umili, frustrazioni. Per sopravvivere a tutto questo, come vuole la leggenda, il giovane Raymond si chiudeva in garage per cercare di mettere in fila delle storie ben congegnate. Mandava queste cose, poesie e racconti, a delle riviste, con poca speranza e grande emozione. Un giorno due riviste gli pubblicarono, contemporaneamente, i suoi primi testi.
Da lì, in poco più di dieci anni (Carver, nato nel 1938, è morto a soli cinquant’anni, nell’88), nasce e si conclude una carriera che si riassume nei titoli dei suoi libri più celebri: Vuoi star zitta per favore?, Di cosa parliamo quando parliamo d’amore, Cattedrale, Voi non sapete che cos’è l’amore, Da dove sto chiamando, Il nuovo sentiero per la cascata, Racconti in forma di poesia. Libri che sono tradotti in tutto il mondo, amati già da più di una generazione, che fanno parte della storia della letteratura.

Raymond Carver: bibliografia

Vuoi star zitta, per favore?, Einaudi, 2017
Di cosa parliamo quando parliamo d'amore, Einaudi, 2015
Cattedrale, Einaudi, 2014
Principianti, Einaudi, 2014
Da dove sto chiamando, Einaudi, 2014
Se hai bisogno chiama, Einaudi 2010
Vuoi star zitta, per favore
, Einaudi 2009
Principianti,
Einaudi, 2009
Tell it All,
Leconte, 2005
Tutti i racconti,
Mondadori, 2005
Il mestiere di scrivere,
Einaudi, 1997
 

di Raymond Carver e Tess Gallagher
Cattedrali-Cathedrals, Leconte, 2002