David Mamet

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Se dovessimo dire che cosa David Mamet non ha fatto per il cinema il nostro elenco sarebbe ridotto forse a un paio di voci: l’elettricista forse, o il doppiatore. Tutto il resto, Mamet l’ha fatto, tutti i ruoli più importanti che ruotano attorno alla settima arte li ha ricoperti: sceneggiatore, regista, attore, produttore, Mamet ha dedicato la sua vita al cinema, e alla scrittura in tutte le sue forme (è infatti anche drammaturgo romanziere e poeta). Oggi Mamet è conosciuto nel mondo per aver scritto film come Il postino suona sempre due volte, Il verdetto, Gli intoccabili, ma sfugge comunque alla classificazione facile di sceneggiatore essendo un artista polimorfo oltre che uno scrittore incredibilmente prolifico: ha al suo attivo 28 film (di 9 dei quali è stato anche regista), 34 opere teatrali, 3 fiction per la televisione, 21 saggi, 2 raccolte di poesie, 5 libri per bambini, 11 canzoni…

Nato a Chicago il 30 novembre del 1947, Mamet ha iniziato la sua carriera nel teatro: dopo aver studiato al Goddard College nel Vermont si è trasferito a New York dove ha frequentato la Neighborhood Playhouse School of Theatre con la quale ha intrapreso la sua attività di attore e regista teatrale. I primi successi arrivano nel 1976 con tre opere teatrali Off Brodway The Duck Variations, Sexual Perversity in Chicago, e American Buffalo (da cui poi trarrà la sceneggiatura dell’omonimo film di Michael Corrente del 1996). Dopo altri due grandi successi ottenuti con le pièces Il bosco e Nella nebbia, Mamet ottiene il suo primo grande riconoscimento con Glengarry Glen Ross, una feroce rappresentazione del mondo degli affari americano, vincitrice del Premio Pulitzer nel 1984 (e dalla quale trarrà la sceneggiatura per il film Americani del 1992 con Al Pacino, Jack Lemmon, Alec Baldwin e Kevin Spacey). Spesso l’opera teatrale di Mamet è stata paragonata a quella di Harold Pinter per la precisione della scrittura, l’acutezza dello sguardo sui risvolti misteriosi della realtà, le sue coraggiose rappresentazioni del mondo contemporaneo.
Ma la variegata produzione di Mamet che ha come caratteristica questa attrazione verso il mistero e il conflitto tra verità e menzogna (la cosiddetta poetica del doppio fondo), è arricchita (soprattutto nella produzione cinematografica) dalla straordinaria capacità di delineare i personaggi, in particolar modo quelli maschili, che spesso contrappone in violenti e ironici scontri verbali. I dialoghi di Mamet, la loro immediatezza e intelligente vivacità, la loro fedeltà al il gergo della strada, che costituiscono la vera cifra della sua espressione artistica, ciò con cui riesce a costruire e smontare le storie.

Dopo aver raggiunto la notorietà soprattutto con le sue opere teatrali, David Mamet debutta al cinema nel 1981 con un immediato successo: Il postino suona sempre due volte, tratto dall’opera di James M. Cain, (portato sullo schermo da Bob Rafalson e interpretato da Jack Nicholson e Jessica Lange). Successivamente scrive una delle sue sceneggiature meglio riuscite: Il verdetto (un dramma giudiziario incentrato sulla figura di un avvocato in crisi, interpretato da Paul Newman, la cui arringa finale è rimasta memorabile), che ancora oggi viene utilizzata come modello per insegnare la scrittura cinematografica. Nel 1887 scrive la sceneggiatura magistralmente congegnata dello spettacolare Gli intoccabili per Brian De Palma. Lo stesso anno Mamet debutta alla regia con La casa dei giochi, la storia della relazione tra una psicologa (Lindsay Crouse) e il suo paziente (Joe Mantegna), di cui firma anche la sceneggiatura. A distanza di un anno torna alla regia con la commedia Le cose cambiano a cui segue Homicide, entrambi intepretati da Joe Mantegna.
Nel 1994 scrive la sceneggiatura per Vanya sulla 42° strada (ispirato al racconto di Cechov, Zio Vania e dirige Oleanna (1994), tratto dal suo omonimo testo teatrale (sul rapporto "malato" tra un professore e una sua allieva). Dopo The Spanish Prisoner, un thriller psicologico sulla scia de La casa dei giochi, David Mamet gira Il caso Winslow (1999) ispirato ad un fatto di cronaca che fece scalpore in Inghilterra nel 1911. Nel 2000 Hollywood, Vermont ha conquistato il pubblico al Sundance Film Festival. E' la storia di una troupe cinematografica che invade un tranquillo paesino del Vermont (lo Stato di provenienza di Mamet) i cui abitanti sono fin troppo disposti ad abbandonare i propri valori per le accecanti luci dello showbusiness. Dopo Hollywood, Vermont, Mamet ha diretto Il colpo un noir con Gene Hackman e Danny de Vito, presentato al festival di Venezia nel 2001 fuori concorso, del 2001 è anche la sceneggiatura di Hannibal, tratto dall'omonimo romanzo di Thomas Harris e portato sullo schermo da Ridley Scott. Questo per citare la produzione cinematografica più importante, basti solo aggiungere che in tutto questo Mamet ha anche avuto il tempo di insegnare al Goddard College, allo Yale Drama School, alla New York University e alla Columbia University, oltre a garantire al sua presenza di lettore all’Atlantic Theater Company, della quale è membro fondatore. Quando gli chiedono se scrive ancora libri per bambini risponde pacifico: «Sì, i miei figli sono piccoli e mi accorgo che hanno un'immaginazione molto fervida, molto ricca, mi piace scrivere per loro«. Se vi pare poco…

David Mamet: tutti i libri nel nostro catalogo

David Mamet: bibliografia

Il crittogramma, Einaudi, 2004
Vermont, Feltrinelli Traveller, 2004
Boston marriage, Einaudi, 2003
Reunion. Dark Pony, Besa, 2001
Teatro. Vol. 1: Il bosco-Una vita nel teatro-Glengerry Glen Ross, Costa & Nolan, 1996

Filmografia
La casa dei giochi, 1987
Le cose cambiano, 1987
Homicide, 1991
Oleanna, 1994
La formula, 1997
Il caso Winslow, 1999
Hollywood, Vermont, 2000
Catastrophe, 2000
Il colpo, 2001
Spartan, 2003 
Edmond, 2005
The Unit, 2006
Redbelt, 2008

Film scritti da David Mamet

Il postino suona sempre due volte, di Bob Rafelson, 1981, dall’omonimo romanzo di James Cain, sceneggiatura.
Il verdetto, di Sidney Lumet, 1982, dall’omonimo romanzo di Barry Reed, sceneggiatura.
A proposito della notte scorsa..., di Edward Zwick, 1986, dalla pièce Perversioni sessuali a Chicago di Mamet, sceneggiatura.
Gli intoccabili, di Brian De Palma, 1987, dal romanzo The Untouchables di Elliot Ness e Oscar Fraley, sceneggiatura.
Non siamo angeli, di Neil Jordan, 1989, soggetto e sceneggiatura.
The Water Engine, di Steven Schachter, 1992, soggetto e sceneggiatura (film per la tv).
Americani, di James Foley, 1992, dalla pièce Glengarry Glen Ross di Mamet, sceneggiatura.
Hoffa – Santo o mafioso?, di Danny De Vito, 1992, soggetto e sceneggiatura.
Sol levante, di Philip Kaufman, 1993, dall’omonimo romanzo di Michael Crichton, sceneggiatura (non accreditato).
A Life in the Theater, di Gregory Moscher, 1993, dall’omonima pièce di Mamet, sceneggiatura (film per la tv).
Vanya sulla 42a strada, di Louis Malle, 1994, soggetto e sceneggiatura.
Texan, di Treat Williams, 1994, soggetto e sceneggiatura (film per la tv).
American Buffalo, di Michael Corrente, 1996, dall’omonima pièce di Mamet, sceneggiatura.
L’urlo dell’odio, di Lee Tamahori, 1997, soggetto e sceneggiatura.
Sesso e potere, di Barry Levinson, 1997, dal romanzo American Hero di Larry Beinhart, sceneggiatura (con Hilary Henkin).
Ronin, di John Frankenheimer, 1998, sceneggiatura (sotto il nome di Richard Weisz, con J.D. Zeik).
Lansky, di John McNaughton, 1999, soggetto e sceneggiatura (film per la tv).
Lakeboat, di Joe Mantegna, 2000, dall’omonima pièce di Mamet, sceneggiatura.
Hannibal, di Ridley Scott, 2001, dall’omonimo romanzo di Thomas Harris, sceneggiatura (con Steven Zaillian).
Edmond, di Stuart Gordon, 2005, sceneggiatura.