Undici solitudini

Dopo la pubblicazione di Revolutionary Road, il primo romanzo di Richard Yates, il critico americano Alfred Kazin scrisse: «Questo romanzo riassume la nostra epoca con più spietatezza di ogni altro, ma anche con più pietà». Le undici storie qui raccolte presentano un altro momento della stessa ricerca e contengono forse quanto di più definitivo Yates abbia mai scritto: in ogni racconto non si potrebbe dire di più con meno parole, perché si intuisce sempre che è accaduto molto più di quanto è detto. La lezione di Hemingway – l'essenzialità della scrittura – è qui portata alle sue estreme conseguenze grazie alla capacità di far scaturire il significato di un’esistenza da un semplice fatto illuminante. I personaggi di Yates (impiegati mitomani, ragazzi disadattati, reduci senza gloria, coppie sprofondate nel mutismo postmatrimoniale) possono sembrare tratti da un libro di sociologia; ma un dialogo esatto, un ritmo infallibile, l'attenzione discreta ai particolari li rendono assolutamente unici, inconfondibili e perciò stesso universali.

Titolo originale: Eleven Kinds of Loneliness
Traduzione: Maria Lucioni

ISBN: 978-88-7521-923-9
Pagine: 272
Pubblicazione: mag 2018

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Le recensioni della stampa

Michele Nenna - Casa di Ringhiera

Nelle sue vesti di abile riproduttore di una realtà dura da sopportare, ha descritto in questi undici racconti la vita di personaggi che un po’ gli assomigliano – anzi, diciamo un bel po’.
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Chiara Ruggiero - Libriofila

Ogni volta che Yates si accingeva a scrivere era ben convinto del fatto che nessuna storia nasce con l’ambizione di raggiungere il lieto fine.
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Paperblog

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Boris Borgato - Mangialibri.com

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