speciale natale

Cosa legge minimum: i nostri preferiti del 2020

Condividere con voi i libri che leggiamo e che abbiamo amato è diventata ormai una tradizione: ecco i nostri preferiti del 2020. Buona lettura!


Daniele di Gennaro
Dimora naturale, Andrea Bajani, Einaudi
Non se ne esce più, da una lettura continua, me lo porto ovunque. Un libro da riempirci i giornali e tutti i contenitori critici per commentare quello che è. Un capolavoro.

Luca Briasco
Il mio libro dell’anno è La signora del martedì di Massimo Carlotto, e/o. Un romanzo che va oltre il noir mantenendone le atmosfere. E che racconta tre corpi sopravvissuti alla loro mercificazione, con una tenerezza spietata che sconvolge ed emoziona. Il personaggio del signor Alfredo, proprietario della pensione Lisbona, travestito anziano che non può più uscire in abiti da donna per paura di essere deriso e picchiato, è tra i più belli e toccanti degli ultimi anni.

Alessandro Gazoia
Il mio libro dell’anno non è un libro di quest'anno e non è un libro, ma due. Ho riletto, uno dopo l’altro, con grandissimo piacere e ammirazione due romanzi che «si parlano» molto tra loro e sono per me tra le più alte manifestazioni contemporanee della forma romanzo: Vergogna di J.M. Coetzee (Einaudi, traduzione di Gaspare Bona) e La macchia umana di Philip Roth (Einaudi, traduzione di Vincenzo Mantovani).

Fabio Stassi
Un punto di approdo di Hisham Matar (Einaudi, traduzione di Anna Nadotti), per lo sguardo, lo stile, il tema della ricerca e del riconoscimento, e per le pagine finali.

Maura Romeo
Il libro che ho amato di più nel 2020 non è un libro ma una rivista, anzi molte riviste, tantissime riviste di ogni genere, su ogni genere e da tutte le parti del mondo. Un modo per viaggiare e alimentare la voglia di farlo in un anno che di km ce ne ha fatti macinare pochi. C’è da dire poi che la rivista consente una lettura frammentata priva di sensi di colpa, che con un draghetto che gira per casa non è cosa da poco. Difficile sceglierne una, più facile indicare gli spacci alimentari da cui io e Marco ci approvvigioniamo: Edicola518 e Frab’s Magazines. Ce n’è una però che consulto compulsivamente ogni mese alla ricerca della formula magica che renda maturo il sonno di mio figlio, è Uppa che ogni mese mi dà ottimi consigli ma soprattutto mi avvolge in un caldo abbraccio di comprensione, mi dà una pacchetta sulla spalla e mi dice: tranquilla, prima o poi succederà. Buone dormite e buone letture a tutti.

Maria Claudia Ferrari Bellisario
Sempre difficile eleggere il più amato dell’anno ma visti i tempi non ho dubbi: Apparizioni di Andrea Gentile, nottetempo. Per la capacità di farci riflettere, invitandoci alla contemplazione, che non è stare fermi ma andare incontro al mondo con presenza, sempre più rara nel sovraccarico digitale in cui siamo immersi. Per l’invito ad accogliere ciò che appare generando mutamento nella nostra vita: le esperienze consapevoli, le apparizioni appunto, personali e collettive. E poi tutti dovrebbero fare il Gioco della Zona! Leggete le regole, provate, e rischiate: un buon proposito per l’anno nuovo. 

Rossella Innocentini
Ragazza, donna, altro di Bernardine Evaristo (Sur, traduzione di Martina Testa): un libro politico, certo, ma che riesce ad essere anche tante altre cose insieme. Insomma, l’ho finito ieri e lo sto ancora metabolizzando. Forse un giorno ne parlerò in modo diffuso oppure, conoscendomi, non ne parlerò affatto, e lo regalerò e basta. E va bene così. Amici, buon Natale, anche con tutto ‘sto casino.

Valentina Aversano
E poi basta. Manifesto di una donna nera italiana di Espérance Hakuzwimana Ripanti, People: mi ha fatto l'effetto di una secchiata d'acqua gelida che ti sveglia da un lungo torpore: questo libro mi ha aperto lo sguardo, mi ha fatto piangere, indignare e sentire a disagio. Una di quelle letture capaci di segnare un prima e un dopo, di lasciarti profondamente diversa. Che bello vedere nascere una vera scrittrice.

Enrica Speziale
Il libro dell'anno in cui ho compiuto 40 anni, forse proprio come atto di resistenza al tempo che passa, è un libro che racconta più di ogni altro la mia infanzia. E quindi calici in alto al Meridiano di Gianni Rodari, un concentrato di meraviglia. (Gianni Rodari, Opere, I Meridiani Mondadori, 2020.)

Valeria Veneruso
Come cambiare la tua mente, Michael Pollan, traduzione di Isabella C. Blum, Adelphi. Per abitudine segno le pagine che mi hanno colpito sul retrofrontespizio con un rimando a matita nel testo, e in questo libro c'è un tripudio di numeri incolonnati, punti esclamativi, asterischi, annotazioni, riferimenti ad altri libri. «Mi sto sforzando di descrivere quella che credo sia la modalità di default della mia coscienza: funziona abbastanza bene, di sicuro fa il suo lavoro, ma... e se non fosse l'unico modo, o necessariamente il modo migliore, di sperimentare la vita?»  Ecco, in un saggio che a prima vista dovrebbe trattare di sostanze psichedeliche, Pollan non mi spiega come cambiare la mia mente ma di sicuro ha contribuito, e ancora contribuisce – in modo a dir poco straordinario – ad aprirla. A cominciare da quelle mie annotazioni, perfettamente necessarie, perfettamente inutili. (Mille volte grazie, Michael.)

Chiara Rea
Arrivo tardi, dopo che tutti lo hanno già letto e decantato, ma per i libri c’è sempre un tempo giusto che non per forza coincide con i tempi editoriali: il mio libro dell’anno è Sogni e favole di Emanuele Trevi, Ponte alle Grazie. Le parole di Trevi sono sempre delle epifanie per me, i suoi vagabondaggi attraverso la città e attraverso la letteratura mi conducono in momenti e luoghi che mi sono familiari pur non avendoli mai abitati. Anche in questo libro, come negli altri suoi migliori, storia privata e storia letteraria, narrativa, critica e poesia si fondono in qualcosa di luminoso e illuminante.

Costantino Baffetti
Giuramento. Cronache della folgoluce. Volume 3 di Brandon Sanderson (Mondadori, traduzione di Gabriele Giorgi): perché è il terzo della serie, ma mi è piaciuto ancora più dei precedenti.

Barbara Bernardini
Il tempo e l’acqua, Andri Snær Magnason (Iperborea, traduzione di Silvia Cosimini). Si dice che non abbiamo le parole per raccontare la crisi climatica, in questa grande cecità Magnason prova a rendere la dimensione temporale dei cambiamenti in atto, quella delle generazioni e della memoria familiare, e a raccogliere cosa c'è in gioco insieme alla sopravvivenza del pianeta: la possibile fine delle storie che ci tramandiamo. Lo racconta in questo libro che è una sorta di esperimento, un catalogo personale, un archivio di famiglia in cui l'acqua fa da filo che collega il personale alle sorti del mondo, perché fra i parenti appaiono i ghiacciai dell'Islanda, i fiumi e i mari.

Mara Famularo
Venezia, Jiro Taniguchi, Rizzoli Lizard. Quando guardiamo la bellezza di un luogo, ne siamo talmente commossi da sentire che quella bellezza un po' ci appartiene, fa parte di noi e della nostra storia. Credo sia questo il senso del viaggio del protagonista, che per ricostruire la sua storia familiare ripercorre Venezia calle per calle, canale per canale, in un silenzio contemplativo. Non un libro, ma un talismano che è riuscito a proteggermi dal dolore e dall'angoscia.

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